Spesso i gesti della quotidianità restano congelati nella memoria dei bimbi come ibernati….
poi piano piano si scongelano e tornano vividi colori e contorni nei ricordi di un adulto….
di un genitore….di un nonno….così anche quella chiavetta strana, oggetto del desiderio,
che la mamma usava tutte le sere per ricaricare la vecchia pendola e quel fastidioso cra cra
del meccanismo che si caricava, riescono oggi a scaldare il cuore.
Io non ho mai avuto una pendola in casa, forse non ho mai avuto nemmeno una vera casa, ma ricordo
con un po’ di tenera invidia quella in casa della ragazzina dai capelli rossi. Non era un pezzo di
grande valore ma era diventata parte della famiglia. La sera, verso le sette, iniziava il rito, la mamma tirava fuori
dal cassetto una piccola splendida chiave dorata, oggetto del desiderio della mia amica, con la quale
caricava la vecchia pendola e quando il babbo rientrava la sera chiedeva sempre se era stata ricaricata.
Anche se ci penso e ripenso non riesco ad individuare un rito che in un certo modo abbia fatto casa
tra le quattro mura dove risiedevo ma non vivevo. Forse per questo quella ragazzina dai capelli rossi è
diventata una così bella persona, legata alle sue tradizioni ed io , invece, sono rimasto sono rimasto
forse un po’ bambino……. il fatto però, per certi versi mi piace.