Attimi di Ghiaccio

La vita di ognuno è fatta di tanti attimi, la mia è fatta di attimi per la maggior parte vissuti nel ghiaccio, sia nella forma metaforica che in quella del tutto reale. Abituato quindi al freddo dentro e fuori, ho voluto rappresentare l'attimo regalando uno scatto fotografico al mio ambiente naturale: il ghiaccio. Ho voluto regalargli il calore del colore e la fantasia delle immagini celate, che si possono scoprire al suo interno. Ho voluto rendere accoglienti anche a me stesso ed al mio cuore i miei "Attimi di ghiaccio".

domenica 30 dicembre 2012

Figlio di un Dio minore

Figlio di un Dio minore

Troppo buio intorno, Troppo silenzio

Scende il buio nel piccolo porto buio ed anch’io
dimenticato figlio di un Dio minore spengo l’ultima
luce e piano piano scompaio nell’oscurità, senza
aver lasciato traccia alcuna del mio passaggio
ne memoria, ne disturbo.

venerdì 21 dicembre 2012

Benvenuto in un piccolo universo

rose

Oggi forse verrai per la prima volta a vedere questo blog, un piccolo universo
dove non c’è nulla ma non manca niente……

Voglio donarti una cosa
che avrei voluto darti
una sera, al tramonto
tanto tempo fa, quando 
l'ultima luce del sole
arrossava la corteccia
della vecchia sequoia,
eri sdraiata sul prato
e prendesti la mano
che ti porgevo
per portarti lontano
Tu aspettavi quel dono
ma io l'avevo perso nella
timidezza dell'età .
E' solo un bacio
nell'incavo del collo
ma contiene una magia.

mercoledì 12 dicembre 2012

La chiavetta della pendola

la chiavetta

Finchè ancora tempo,mio amore
e prima che bruci Parigi
finchè ancora tempo, mio amore
finchè il mio cuore è sul suo ramo
vorrei una notte di maggio
una di queste notti
sul lungosenna Voltaire
baciarti sulla bocca
e andando poi a Notre-Dame
contempleremmo il suo rosone
e a un tratto serrandoti a me
di gioia paura stupore
piangeresti silenziosamente
e le stelle piangerebbero
mischiate alla pioggia fine.

giovedì 6 dicembre 2012

La Pendola

la pendola

Spesso i gesti della quotidianità restano congelati nella memoria dei bimbi come ibernati….
poi piano piano si scongelano e tornano vividi colori e contorni nei ricordi di un adulto….
di un genitore….di un nonno….così anche quella chiavetta strana, oggetto del desiderio,
che la mamma usava tutte le sere per ricaricare la vecchia pendola e quel fastidioso cra cra
del meccanismo che si caricava, riescono oggi a scaldare il cuore.

Io non ho mai avuto una pendola in casa, forse non ho mai avuto nemmeno una vera casa, ma ricordo
con un po’ di tenera invidia quella in casa della ragazzina dai capelli rossi. Non era un pezzo di
grande valore ma era diventata parte della famiglia. La sera, verso le sette, iniziava il rito, la mamma tirava fuori
dal cassetto una piccola splendida chiave dorata, oggetto del desiderio della mia amica, con la quale
caricava la vecchia pendola e quando il babbo rientrava la sera chiedeva sempre se era stata ricaricata.
Anche se ci penso e ripenso non riesco ad individuare un rito che in un certo modo abbia fatto casa
tra le quattro mura dove risiedevo ma non vivevo. Forse per questo quella ragazzina dai capelli rossi è
diventata una così bella persona, legata alle sue tradizioni ed io , invece, sono rimasto sono rimasto
forse un po’ bambino……. il fatto però, per certi versi mi piace.

domenica 2 dicembre 2012

Dune riflessi e fantasmi

dune riflessi e fantasmi copia 

Nelle mie braccia tutta nuda

Nelle mie braccia tutta nuda
la città la sera e tu
il tuo chiarore l’odore dei tuoi capelli
si riflettono sul mio viso.
Di chi è questo cuore che batte
più forte delle voci e dell’ansito?
è tuo è della città è della notte
o forse è il mio cuore che batte forte?
Dove finisce la notte
dove comincia la città?
dove finisce la città dove cominci tu?
dove comincio e finisco io stesso?

sabato 1 dicembre 2012

Anima mia

stella infuocata 

Anima mia

Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s’affonda nell’acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà
anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell’arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.

Arrivederci fratello mare

vinile lucido 40x40

Arrivederci fratello mare


Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po' della tua ghiaia
un po' del tuo sale azzurro
un po' della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino di mare
eccoci con un po' più di speranza
eccoci con un po' più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.

sabato 24 novembre 2012

Libertà

piedone

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d'estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro

La stella dei ricordi perduti

manita picc

Questa notte ho passeggiato
sulla spiaggia guardando
il cielo e la mia mente
attratta dallo spettacolo
delle stelle,
che i miei occhi ammiravano
nel cielo senza luna,
ha cominciato ad inoltrarsi
nella galassia peasseggiando
tra stelle e pianeti, sugli
anelli di saturno e le
lune di giove, tra cumuli
di ghiaccio e lingue di fuoco
poi in fondo , lungo la
via lattea, una stella brilla
più delle altre, è la stella dei
ricordi perduti e se la guardi
bene vedi riflessi in lei
i volti di chi non vuoi scordare
e potrai parlare con i tuoi ricordi
lei ti risponderà dolcemente e
fin che vorrai ti farà compagnia.

domenica 11 novembre 2012

Abbraccio

abbraccio picc

Voglio dedicare un abbraccio a coloro
ai quali piacciono le mie foto,
a quelli che mi vogliono bene e
a chi il mio abbraccio l’aspetta davvero.

mercoledì 31 ottobre 2012

Oki Nami Ura (sotto la grande onda)

onda piccola 

La grande onda. Arriva improvvisa, spiana e sconvolge. Rovescia l’antico, prepara il nuovo.
Forse smaschera il nuovo, rivela l’antico. Certo viene da lontano, dalla superficie del mare,
dal vento del cielo. Certo non placa, non acquieta: mescola sale e sabbia, provoca, soffre.
Potrebbe anche non venire, potrebbe ritardare, ma quando giunge irrompe, costringe
al movimento, allo stupore, ad un pensiero. Spegne un certo modo di guardare le cose,
i simboli, i linguaggi. Non è un’opera qualsiasi: occorre tempo e vita per capire cosa nascerà
nel fluido elemento delle sue trame. Perché la grande onda vive anche dopo la sua morte;
e quando le cose saranno passate e le parole dette, essa avrà ancora mondi da rivelare,
parole da riscoprire, cose da costruire. E non si fermerà mai.

martedì 16 ottobre 2012

Il faro

farino blog

Scrivo per sognare,
chiudo gli occhi e vedo il mare
sogno e vedo un faro lontano
ora sono giovane gabbiano
Sogno e volo leggero ed elegante
giocando intorno a quel gigante
Vedo il sole rosso che si tuffa in mare
e due amanti che fan l'amore

sabato 13 ottobre 2012

Madre e piccolino

giaguaro

La Fata del mare

Ogni anno, a Castel del Sole, organizzavano una gara di sculture di sabbia e tutti gli abitanti dell’assonnato paesino in riva al mare si risvegliavano improvvisamente e, in un eccesso di energia, per tutto il giorno lavoravano assiduamente creando con la sabbia ogni sorta di fantastica figura. Quel giorno avevano scolpito nella rena castelli, draghi, cavalieri, unicorni ed anche una bellissima fata. L'avevano chiamata “ la fata del mare”, modellata per ore, con la sabbia più fine e dorata, usando l’acqua per amalgamare i minuscoli granelli. Le avevano creato forme flessuose, accarezzando con dolcezza e delicatezza il corpo , le gambe, il viso. Ma il vero capolavoro erano gli occhi che due vetrini verde smeraldo, incastonati al posto giusto, rendevano così dolci, vivi, scintillanti che parevano quasi veri.Quella sera i bambini fecero scempio di tutte quelle opere, ma nessuno toccò la fata. Fu Risacca che ,nella notte , aiutata da Vento, la portò con sé perché Nettuno, vedendola così tenera e bella, la volle nel suo Mondo Incantato in fondo al mare. La mattina dopo, nel punto dove c'era stata la fata, Vento e Risacca avevano lasciato un fiore. Passarono i mesi e poi gli anni quando una notte, Marina, una fanciulla del paese che era rimasta sola da quando il suo amore era disperso in mare, si recò sulla riva fermandosi proprio dove un tempo era stata modellata la fata. In quello stesso punto la giovane donna pianse disperata per il suo amore perduto. D'incanto, nell’oscurità, dalle acque si sollevò ,illuminata dalla luna, una figura di donna trasparente, fatta di acqua, che sembrava attratta da quelle lacrime; si avvicinò alla ragazza la quale ,per un attimo, trasalì guardando la strana e bellissima apparizione: le forme erano flessuose, i capelli, trasparenti ,avevano riflessi rossi e gli occhi erano verde smeraldo. Era una fata dolcissima che sussurrava parole con un filo di voce che penetrava il cuore. Raccontò alla ragazza la sua storia: era la Fata del mare, rapita da Risacca e Vento per l’amore di Nettuno e da lui trasformata in acqua salata. Poi le chiese il nome e il motivo di quelle lacrime, di tanta disperazione; venutane a conoscenza , sorrise spiegandole che Nettuno, ogni tanto, rapiva marinai, fanciulle, cuochi, giovani, bambini, mamme e anziani per popolare il suo Mondo Incantato sotto il mare: laggiù tutti vivevano felici, tranne un giovane che, nonostante fosse circondato da mille bellissime fanciulle, soffriva per la mancanza del suo amore terreno di nome Marina. Fu così che la fanciulla seppe dove era disperso il suo innamorato e pregò la fata di condurla con sé sotto il mare, perché non voleva più vivere sulla terra senza il suo compagno. La fata l’abbracciò e sussurrandole parole rassicuranti, in un attimo la condusse nel Mondo Incantato di Nettuno: finalmente i due giovani si ritrovarono e tenendosi per mano si raccontarono le sofferenze dei lunghi giorni della lontananza e ora ridevano, ora si abbracciavano, ora si guardavano negli occhi con amore. Nettuno, colpito da tanta dedizione, offrì loro la libertà, ma essi rifiutarono e decisero di rimanere per sempre nel Mondo Incantato ricco di amici, di luce, di colori, di gioia. Tuttavia chiesero di poter ritornare a visitare Castel del Sole una volta all’anno perché lì si erano conosciuti e lì era nato il loro amore. Da allora fino ad oggi, non si sa il perché, quando nel piccolo paese assolato arriva il giorno della gara delle sculture di sabbia, c’è sempre qualcuno che, improvvisamente, decide di scolpire due giovani sorridenti che si tengono per mano,ma sempre, durante la notte , Risacca e Vento li portano via.

giovedì 11 ottobre 2012

Una porta

Ecco una porta nel mio universo !
riesco chiaramente a vederla, è
la in fondo su quel muro di ghiaccio
che è la mia fantasia, so pure dove mi
porterà: nel mondo dove i sogni
si possono vivere.

domenica 7 ottobre 2012

Petali non fiori

petali

Raggi di cuore
saldano per
sempre le
nostre anime
perse nel tempo
e ritrovate in
un bacio che il
tempo aveva
dimenticato.

venerdì 5 ottobre 2012

Occhi viola

occhi viola p

Vetrini blu

un braccialetto
di vetrini blu
raccolti sulla spiaggia,
raccolti per te
perchè ti ricordassero
il colore del mare
ed avessero il sapore
d'antico. Era un
segreto che custodivo
nel cuore tanto
segreto da averlo
scordato. Non te
lo diedi mai perchè
non ne ebbi mai il coraggio
eri troppo bella
per l'umile dono di
un ragazzino innamorato.

mercoledì 3 ottobre 2012

Tutte le sfumature del viola

Fiori nel ghiaccio

In primavera era avvezzo, per passione, raccogliere fiori coloratissimi e comporre degli splendidi mazzetti che con cura ed attenzione spruzzava con un finissimo nebulizzatore per regalar loro la freschezza della rugiada. Bloccava quell'istante di bellezza, in un attimo, infilando il mazzetto nell'ossigeno liquido, congelandolo, ibernandolo, sospendendone la vita. Poi penetrava questi fiori con un obbiettivo fotografico, ne scrutava ogni parte scoprendo ogni segreto cromatico, creando delle splendide immagini di vite sospese, recise, aggredite, resuscitate ed ibernate in attesa di tempi migliori. Spesso pensava che quel passatempo strano ed un po' violento rappresentasse la sua vita, una vita congelata tanto tempo fa, quando lei lo aveva deriso, e buttato via. In effetti quella ragazza aveva avuto di lui l'immagine di un ragazzino che amava il gioco del pallone, come tanti altri ragazzi della sua età e lo ricordava sudato e puzzolente, infangato dalla testa ai piedi. La i campi erano infangati , morti come lui agli occhi di lei. Le cose erano così cambiate tanti anni dopo quando si ritrovarono, lei era diventata un'attraente signora dedita a coltivare amicizie e relazioni sociali, anche lui era cresciuto, ma non troppo e continuava la sua vita nel ghiaccio e in quei campi morti ed infangati. Prerogativa di tutta una vita attaccata al sogno che in quei campi potesse nascere quel fiore coloratissimo e profumato che aveva piantato tanto tempo fa. Quel fiore era l'amore per quella ragazzina diventata donna e poi attraente signora. Parlavano, di fiori, di dipinti e fotografie. Lei era una brava pittrice e promise di dipingere un quadro da una sua foto, ma non se ne fece mai nulla, non ne aveva il tempo, troppo presa dalle relazioni sociali, dagli amici, quelli veri, quelli che non venivano dai campi morti ed infangati, quelli che abitavano in città, non in un paese dimenticato da Dio come lui. Lei criticava le sue foto anche se ne era attratta. Considerava lui, per quelle foto, una specie di mostro assassino e maniaco e se ne avesse avuto l'opportunità gli avrebbe tirato una sberla. Lui promise a se stesso di scongelare la sua vita per lei e volle anche cambiare il genere delle sue foto. Pensò di fotografare le nuvole: quelle di mille colori che si rincorrevano allegre ed ondeggianti nel cielo o si arrabbiavano mostrando la loro parte oscura, viva, vitale, energia pura, fulmini e tuoni potenti, scosse dal vento, sfilacciate e attraversate come frecce dagli aerei con le loro scie bianche. Ma purtroppo in quella stagione il cielo era terso, non una nuvola, non uno scatto, e nell'attesa, al sole, in mezzo a quel campo, lui piano, piano si scioglieva sempre di più . Cominciavano a mancargli le forze , colava , grondava, ma resisteva, stoico, sempre col naso in su a guardare il cielo in attesa di una nuvola da fotografare per lei, per dimostrarle che nel ghiaccio c'era la vita. Doveva ormai stare seduto le gambe non lo reggevano più . Prese anche un cavalletto perché la macchina fotografica ora pesava come un macigno. Il tempo passava e lui si scioglieva; per guardare il cielo appoggiava la testa alla spalliera della poltrona che aveva portato in mezzo al campo , i muscoli del collo non reggevano più il peso della testa. Si scioglieva! La vita colava lenta. Aveva capito che stava morendo per far nascere quel fiore in quei campi morti e fangosi, ma forse non avrebbe fatto in tempo a vivere l'emozione della sua nascita. Un mattino comparve una nuvola color rosa, aveva una strana forma, quella di un fiore, ma non era una vera nuvola, era il riflesso in cielo di un fiore nato per caso in un campo morto ed infangato. Ma lui ormai non poteva più ne vedere quella nuvola ne fotografare quel fiore, il ghiaccio che teneva insieme la sua anima ed il suo corpo si era sciolto completamente. Il fiore nato da quell'acqua che lui perdeva goccia dopo goccia sciogliendosi al sole, era sbocciato ma troppo tardi . Lei passò di li, vide una strana poltrona in un campo, abbandonata , logora come una vita sciupata, a fianco ad essa un fiore coloratissimo e bellissimo spuntava dal fango. Lo raccolse, coccolandolo come un grande amore, poi lo mise nel ghiaccio per conservarlo per sempre, come faceva un ragazzino sudato e puzzolente che conosceva tanto tempo fa.

venerdì 28 settembre 2012

Pensiero

Pensieri

Notte
buio intorno all'anima,
silenzio nel cuore
non un battito
non un emozione
non una lacrima.
Freddo,
ghiaccio intorno a me
pillole silenziose
amiche dell'ultimo
istante coscente

mercoledì 12 settembre 2012

Basta Violenza

ferite blog

“Donna Oggi Arenzano” tratta tutti i problemi della donna…oggi e spazia
dal lavoro, la salute, la prevenzione, la famiglia, i bambini ed anche la
violenza. Insieme a loro sto organizzando una mostra di fotografia e
pittura, ma anche scultura ed altre arti visive con il tema “Donna Oggi”
Io ho trattato il tema della violenza sulla donna che rappresenterò con
questa fotografia…….un po’ cruda forse un po’ troppo violenta ma credo
che rappresenti bene i vari sentire. Spero che mi aiutiate mandandomi
le vostre opere. La mostra si terrà ad Arenzano a fine ottobre e l’incasso
10 euro ad opera aiuterà “Donna Oggi Arenzano”

lunedì 10 settembre 2012

No man land

......molto di più
di una semplice amicizia
......un amore,
forse non un vero amore
ma la solitudine
non esiste più in
questo piccolo universo
dove non c'è niente
ma non manca nulla.

venerdì 7 settembre 2012

La prima mareggiata di fine estate

Prima mareggiata d'autunno

......piove sulla
prima mareggiata
di fine estate,
schizzi di spuma
e acqua piovana
mi bagnano ed i
miei occhiali
appannati, sfumano
i colori ed i grigi
fuori e dentro di me.
Da solo, davanti
al mare guardo
lontano e sogno.

Una rosa di ghiaccio

rosa di ghiaccio

A nessuno frega niente

Mesi di lavoro, notti in bianco, fredde notti lontane da lei, ma ora sono qui e mancano 5 minuti poi finalmente sarà finita, forse per sempre, lui è la che ci aspetta non sarà facile stanarlo ma so di essere pronto. Mi hanno insegnato che è giusto. Io sono qui per la legge, per una bandiera, ma la verità è che sono qui perché questo che ho scelto è un lavoro sicuro, nessuno ti licenzia, ne ti toglie lo stipendio, almeno fino a quando non ti ammazzano, ho moglie e un figlio che credono in me e se un giorno…beh ci sarà una pensione da eroe. Intorno a me sento l’odore dei campi umidi della pioggia caduta nella notte ed il rumore della risacca, il mare è a pochi passi da noi. Penso a lei sorrido e le mando un bacio con il vento caldo di scirocco. Cosa sto facendo? ho addosso un’angoscia soffocante forse dovrò ammazzare quell’uomo, che importa quello che ha fatto, se ha ucciso e forse è pronto ad uccidere anche me, è il destino che mi sta mettendo alla prova, una prova che aspettavo da anni, da quando sono entrato nella squadra speciale, un destino che mi sta mettendo davanti proprio mio fratello. Mi ripeto che conosco la differenza tra il bene ed il male, tra il bianco ed il nero e che proprio lui con i suoi crimini me l’ha insegnata. Ho tanta paura, perché mi sento straniero in questa terra abituata ad accettare ogni sopruso, ad abbassare la testa, e pagare il prezzo di una vita tranquilla nascondendosi sotto la sabbia, ho paura di uccidere mio fratello, ho paura di affrontare il dolore di mia madre. Un minuto ancora, i compagni si avvicinano a me, al riparo dietro l’auto. Lei ed il bambino a quest’ora forse sono a casa davanti al televisore o forse stanno pregando perché anche oggi tutto vada bene e stasera possano buttarmi ancora le braccia al collo. Un sibilo, un’esplosione fortissima scuote l’aria intorno a me, volano sassi, asfalto e pezzi di lamiera nel cielo rosso di fuoco, il dolore mi straccia le carni ma poi passa e non sento più nulla, solo tanto freddo ed il sole è così lontano, troppo lontano perché mi possa a scaldare, la vita comincia a passarmi davanti come in un film, me lo avevano raccontato, ora so che è vero. Intorno a me solo odore di carne bruciata e sangue ma nella confusione sento qualcuno che mi stringe la mano e mi dice qualcosa che non riesco a capire, parole perse nel vento alle quali non posso rispondere. E’ lui, mio fratello, chino su di me con gli occhi bagnati di lacrime come se implorasse il mio perdono, sarà lui ora ad affrontare nostra madre. Il futuro all’improvviso si allontana da me sbiadisce, sfuma ed io mi rendo conto che è solo una chimera. Ora tutto diventa buio, ancora un pensiero per loro, l’ultimo è per mia madre. Dai polmoni un filo d’aria porta con sè la mia vita. Che senso ha morire per niente, solo per una legge, per una giustizia della quale a nessuno frega niente.

giovedì 6 settembre 2012

Vetri e vetrini

Vetrini colorati

Per noi
ragazzi fortunati,
erano brillanti, smeraldi,
zaffiri e rubini,
erano solo vetrini.
Bottiglie rotte,
cocci riportati
dal mare che
accendevano
la nostra fantasia.
Li raccoglievamo
come pietre preziose,
come tesori
in magici forzieri
e scatole di latta.
Erano solo vetrini
colorati raccolti
per esser donati
al nostro primo
amore di ragazzi
fortunati.

mercoledì 5 settembre 2012

Per una Bandiera

flag1

Per una bandiera

Perchè ci credi
perchè per te ha un valore
perchè per te è famiglia
perchè non c'è solo il calcio
perchè ti alzi all'inno
perchè ami i sui colori
perchè difendi i tui ideali
perchè difendi la tua patria
perchè capita di morire
perchè a tanti non frega niente

Gli Argonauti

sotto il mare

La foto centra poco con la fiaba che vado a raccontare se non fosse perchè
comunque si parla di mare.

GLI ARGONAUTI

La notte piano, piano stava lasciando spazio al sole che sorgeva da un mare, piatto come una tavola , promessa di una giornata limpida e tersa. Il mare era di mille tonalità di blu ed accarezzava le nere rocce vulcaniche che si ergevano ad invalicabile baluardo in difesa di Patellandia, chiudendo l'accesso alla laguna che era poi tutto l’universo del piccolo regno. A quei tempi era in corso una cruenta guerra tra i mitili stanziali e gli Argonauti*, i brutali e puzzolenti pirati della Flotta Errante. Gli argonauti erano tristemente famosi per il terrore che seminavano con le loro incursioni. In estate con il caldo ammorbavano l’aria dei territori che intendevano assalire con venefici effluvi che narcotizzavano sia i poveri abitanti della zona che tutti i mitili guerrieri annullando così ogni difesa, poi in un orrido pasto si nutrivano delle loro vittime. Proprio per questo motivo alle giovani ed inesperte cozze era proibito avventurarsi da sole in superficie dove viceversa, tempo addietro, erano avvezze salire, fin dalle prime tiepide giornate primaverili, per giocare con le amiche patelle figlie, nipoti e parenti del vecchio Re Tello 7°. Re Tello regnava da tanti anni inamovibile faro di saggezza dalla sua rocca nel centro della laguna e da li impartiva ordini al suo piccolo ed efficiente esercito di mitili non che a tutto un reame che l’adorava. Tilla una giovane cozza dagli occhi blu, ribelle ed avventuriera era la sua nipote preferita figlia di sua cugina la principessa Licchia dell’antico casato dei Cannolicchi oggi quasi estinto. Quel mattino la giovane Tilla coperta dalle ultime ombre riuscì, ingannando come al solito ogni sorveglianza, a fuggire verso la superficie per incontrare Lillo un patellone forte e bello per il quale aveva da tempo perso la testa, lui arruolato nell’esercito reale, aveva giusto il compito di sorvegliare i transiti verso la superficie così certo, per lui , non era un problema il rilascio di un nullaosta per Tilla. I due giovani innamorati sottraevano spesso tempo ai propri doveri per andare ad amoreggiare sugli scogli esterni alla laguna la dove le onde si infrangevano cullandoli dolcemente. Sul più bello tra un bacio e l’altro i due si accorsero dell’apparire all'orizzonte di centinaia di vele lontane, una vera flotta che non poteva trattarsi d’altro che della terribile Flotta Errante la quale sospinta dalla leggera brezza del mattino e da potenti colpi di remi avanzava minacciosa verso le rocce di Patellandia. Tilla e Lillo allora al grido di “allarme, allarme gli argonauti” svegliarono il popolo del regno a quell’ora ancora addormentato ed avvisarono l’esercito dell’imminente pericolo. In un attimo tutte le cozze guerriere della laguna sotto il diretto comando di Re Tello si radunarono di fronte all’ingresso del regno. Con coordinati e potenti colpi di valva e ritmati dalla voce stessa del Re, crearono una gigantesca onda anomala che si abbatté con terrificante violenza sulla flotta assalitrice. Gli Argonauti per salvarsi furono obbligati a chiudere le vele, ritirare i remi e lasciarsi affondare nelle profondità marine dove catturati dalle correnti e dalla risacca vennero respinti lontano dalle coste, in mare aperto . Così il regno di Patellandia fu salvato dall’invasione nemica e Tilla e Lillo, dopo una giusta e severa ramanzina da parte di un orgoglioso Re Tello, vissero la loro giornata da eroi.

*L'argonauta è una conchiglia che ha 6 tentoni 4 li usa come remi e 2 palmati li erige come vela e quando il mare è calmo navigano in flotta

lunedì 3 settembre 2012

Incazzati, mazziati, sbattuti, congelati

angry birds

Dedicato a tutti noi Italiani innamorati pazzi di Mario Monti che ci
ha sbattuto rivoltato fatto incazzere e congelato tutto. Grazie

                                                   Uccellini incazzati

domenica 2 settembre 2012

Tramontana

Fine di una estate

La prima tramontana d’autunno porta via
con se l’estate. Gli ombrelloni smontati
accatastati sulla spiaggia,
le ragazze che  risalgono
l’autostrada e tornano alle loro città, 
le discoteche tacciono nel buio.
I vecchi con i loro nipotini
riprendo possesso del paese
e della passeggiata lungomare
si accendono i  primi caloriferi.
Ieri è partita anche lei !
Chissà se tornerà.
E’ finita un'estate ancora !

venerdì 31 agosto 2012

Utero alieno

Utero alieno

Come in utero alieno
la mente conserva
il ricordo ed il rancore
del tradimento,
l’umiliazione delle bugie,
l’angoscia della solitudine.

giovedì 30 agosto 2012

Tetta, non mi resta che piangere

tetta
"Chi nu cianse nu tetta”
Non mi resta che piangere per avvicinare
quel seno turgido e come un pargolo
affamato nutrirmi e godermi di quel
simbolico latte che mi offri e che con
sguardo dolce chiami amore

lunedì 27 agosto 2012

Boccioli

Siamo ragazzi che si amano
e non ci siamo per nessuno.
Siamo lontano oltre la notte,
più lontano dello splendore
del giorno, siamo un ombra
che appartiene ad un altro mondo.
Ci baciamo in piedi su una spiaggia
e ci teniamo stretti davanti al mare
Siamo ragazzi che si amano
e non ci siamo per nessuno.

domenica 26 agosto 2012

Riscaldamento globale

Riscaldamento globale     Strano ma possibile rappresentare con il ghiaccio il “Riscaldamento globale”

Cieli di fuoco e sabbie roventi,
sete, fame, siccità, i doni del
progresso e l’oro blu scompare,
vittima inesorabile dell’inquinamento
eppure dal cielo il vento soffia ancora
tra le poche foglie rimaste.
Una riflessione……

sabato 25 agosto 2012

Agguato

nemo   

Dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne

Attenta pesciolina
attenta all'uomo nero
che come uno squalo
ti sbrana, ti ruba i sogni,
ti uccide l'anima e ti
dona solo lacrime.

Volar via

Vortice di passione….
Che s’insinua nell’anima e nel cuore
Vivo pulsante e allo stesso tempo lieve e delicato
Come un soffio di vita….
Anima e corpo che uniti danzano nel vento…
Abbracciati per quel lungo istante …

 

 

 

 

venerdì 24 agosto 2012

La rosa ed il sognatore

Sono un sognatore che ci posso fare,
vivo le emozioni che rubo ogni giorno
al tempo che passa.
Condivido i sogni e gli entusiasmi
con chi mi sorride con l'anima e mi parla d'amore.
Prendo per mano ed insegno a volare
nel mondo fantastico che ho creato

La solitudine delle Fate

 

In questo nostro
piccolo universo
costruito nel nulla
tra le presenze e le assenze
dell'essere o non essere
dove così triste è
la solitudine delle fate
unici punti certi
noi due piccole stelle
del nostro cielo.

Rosso papavero

 

Macchie rosso papavero,
sul suo giovane seno palpitante,
il dolore è un attimo
negl'occhi la paura di perdere
tutti i suoi sogni
sulle labbra un sorriso,
l'ultimo, per quell'amore straniero
che le stringe forte la mano
del quale l'immagine
piano piano sfuma,
si dissolvono i contorni
ed è per sempre il buio

giovedì 23 agosto 2012

A zonzo per l’universo

Un piccolo Universo
tutto nostro
dove non c’è nulla
ma dove non manca
niente per essere felici

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mercoledì 22 agosto 2012

Labbra di Ghiaccio

Petali come rosse labbra
che chiedono amore che
vogliono fuggire dal gelo
sciogliendo il ghiaccio
con il loro calore.

 

 

 

Maggio 2010